Benetton, 40° anniversario, di Richard Mason

Cape Town, ottobre 2006. In un sogno la mente è libera dai vincoli della realtà. Fusioni curiose sono possibili.
Ognuno di noi può essere uomo, donna o animale; ognuno volare, camminare e parlare in tutte le lingue; visitare l’Antartico, l’Europa, l’Asia o mille altri continenti ancora da scoprire.
I sogni ci insegnano ad abbracciare l’inspiegabile, a credere alle visioni appena abbozzate del nostro risveglio.

Incontriamo strane leggi, nuovi modi di vivere ed essere. Immagini e intrecci prendono forma e svaniscono e trovano nuova forma, sorprendendoci e mettendo in discussione la vera natura delle cose.

Questa collezione – la prima sfilata della Benetton- è ispirata dai sogni, e disegnata per ispirare altri sogni. Non è presentata nei tradizionali confini della settimana della moda ma in uno dei maggiori templi dell’arte contemporanea. I vestiti sono una forma di offerta culturale, una celebrazione del legame con il passato e un’affermazione di ottimismo per il futuro.

La tradizionale enfasi Benetton sulla lana, sul colore e sulla qualità della confezione è qui reimmaginata con nuova vita. C’è una particolare attenzione sul movimento e sulla trama di fili intrecciati che trasmettono esuberanza e armonia; sull’uso ottimistico di colori puri che sollevano lo spirito. L’effetto è la proiezione di una fede idealistica nell’internazionalità e nella possibilità della moda come arte.

La filosofia del Gruppo ha sempre avuto radici in un consumismo “informato”, le sue ambizioni estetiche sono calcolate per evocare un arcobaleno utopico alla fine di una tempesta. Le speranze futuriste di Benetton ricordano le aspirazioni filosofiche degli artisti del Bauhaus e del De Stijl, che sentivano come il design potesse unire il mondo con un linguaggio visivo internazionale.

Forme e colori evocano tradizioni premoderne dal Giappone alla Scandinavia; gialli, arancio, rossi, verdi e turchesi vibranti sono sottolineati nella loro giusta collocazione con sfumature neutre. Le possibilità della lana- che si allarga, prende forma e ti avvolge nella sua morbidezza- sono esplorate in libertà, e sviluppate in dettagli avventurosi. Le forme sono esagerate per abbracciare il corpo e mascherarlo, creando ombre impercettibili.

C’è un senso di fantasia in questa collezione, le vestigia di uno stato onirico. Il flash della luce sul ghiaccio, una catena d’oro al collo di un lavoratore, il taglio dell’uniforme di un soldato mentre corre nella neve sono reinterpretati con giocosa serietà. Tocchi la catena di ferro e si trasforma in un mohair lilla… Raggiungi il tramonto scandinavo e trovi un intarsio di fili.

Quando ci risvegliamo dai sogni, nulla rimane tranne il loro ricordo. Guarderemo questa collezione, ci perderemo e la sua immagine continuerà a indugiare con noi, scivolando nel passato: ma rimarrà lì? Forse. Ma ci sono anche altre possibilità. Perché, come diceva Victor Hugo, “Non c’è nulla come un sogno per creare il futuro.”

RICHARD MASON

Richard Mason, 28 anni, è nato in Sud Africa. Ha iniziato a scrivere Anime alla Deriva, il suo primo romanzo, a 18 anni, un autentico caso letterario tradotto in più di 20 lingue. Nel 2004 ha pubblicato il suo secondo romanzo, Noi. Mason ha studiato a Eton e Oxford. Oggi vive tra il SudAfrica e l’Inghilterra, suo paese di adozione.

 

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