Colors 57: Baraccopoli

Un miliardo di persone – cioè un abitante su sei in tutto il pianeta – vivono in bidonville o insediamenti spontanei che sorgono nelle aree urbane. La maggior parte di loro ha una scarsa disponibilità di servizi come l’elettricità, l’acqua corrente e la rete fognaria, pochi contatti con l’economia formale e diritti precari sui terreni in cui vivono. Ma la lotta contro la povertà e un ambiente insalubre non sono gli unici aspetti della vita nelle bidonville di queste metropoli. Per COLORS 57 abbiamo sguinzagliato i nostri fotografi e giornalisti in 12 baraccopoli di cinque continenti. Dalla Spagna alla Bolivia, passando per Tokyo e Nairobi, abbiamo scoperto che queste comunità si impegnano attivamente per migliorare la vita dei loro abitanti. Come spiega Cjiljana Jovanovic, 47 anni, una rifugiata kosovara che oggi vive a Belgrado, in prossimità di un ponte, insieme ad altre 270 famiglie rom, Quando ti sai organizzare puoi star bene dappertutto. Ognuna di queste collettività possiede i propri stilisti, arredatori, architetti, elettricisti, banchieri, idraulici, dottori e uomini d’affari. E gli oggetti vengono sfruttati al massimo delle possibilità di utilizzo: un tavolo da biliardo si trasforma in un letto per la notte; i cartoni di tetrapak diventano una carta da parati impermeabile; i maiali fungono da unità informali di smaltimento dei rifiuti e le cassette di Coca-Cola sono usate come mattoni. La gente distilla i propri alcolici e cucina pietanze per ristorantini e banchetti ambulanti; un tipo ha addirittura messo su un bar vendendo semplicemente una cassa di birre. E quello che una persona da sola non riesce a fare, diventa facilmente gestibile in gruppo. Un solo gabinetto per 750 persone? Ogni famiglia risparmia qualche centesimo al mese per costruire dei servizi igienici comuni collegati direttamente al sistema fognario più vicino. Niente acqua corrente? Si costruisce una conduttura fino al ruscello di montagna più vicino. Niente elettricità? Basta attingere alla rete municipale: quando ti offriranno il servizio, sarai ben lieto di pagarlo. Queste comunità autogestite, da Mumbai a Rio de Janeiro, oltre a costruire reti fognarie e organizzare la raccolta o il riciclaggio dei rifiuti, lottano perché i loro quartieri vengano riconosciuti ufficialmente come circoscrizioni cittadine a tutti gli effetti. E pur mancando sia il tempo che i soldi, l’inventiva abbonda ovunque: dai cartelloni pubblicitari come muri improvvisati, alle vetrate che diventano finestre o a una gattaiola sulla porta di una baracca. COLORS 57: Cultura fai-da-te per i diseredati delle metropoli.

 

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