Posizione Benetton riguardo alcune rivendicazioni di popolazioni autoctone argentine (Mapuche)

 
Nel 2001 Atilio Curiñanco e Rosa Nahuelquir hanno occupato senza autorizzazione 385 ettari di terra appartenenti alla Compañía de Tierras Sud Argentino S.A. (di proprietà di Edizione Holding, la finanziaria della famiglia Benetton), rivendicando il possesso ancestrale e storico, non legale quindi, dei territori della Patagonia.
 
Nell’eseguire questo gesto simbolico, i Curiñanco sono rimasti per 39 giorni, al termine dei quali hanno ricevuto l’ordine di abbandonarle. In seguito a questo episodio, la Compañía de Tierras Sud Argentino è stata costretta a effettuare un processo legale che ha confermato l’assoluta legittimità della proprietà delle terre situate nella zona di Santa Rosa.
 
Partendo da questo fatto, alcuni gruppi di attivisti Mapuche hanno intrapreso una campagna mediatica per richiamare l’attenzione internazionale su un problema secolare, che riguarda la nascita dello stato argentino nel secolo XIX e la relazione con le popolazioni autoctone pre-esistenti alla nascita dello Stato, vicenda nella quale più
di un secolo dopo Benetton si è trovato coinvolto come protagonista involontario.
 
Benetton ha deciso di partecipare attivamente alla soluzione di questo secolare problema con la collaborazione e l’incoraggiamento del premio Nobel Perez Esquivel.

  • Pérez Esquivel, premio Nobel argentino, è intervenuto nell’ottobre 2004 per chiedere a Luciano Benetton un gesto che consentisse l’apertura di un dialogo tra tutte le parti coinvolte nel tema della terra, dallo stato
    argentino ai governi locali, dalle popolazioni autoctone agli imprenditori della Patagonia.
  • Nel novembre 2004 Luciano Benetton ha risposto a questa richiesta, annunciando in una lettera indirizzata ad Adolfo Pérez Esquivel la cessione di un’unità di terra patagonica di buona qualità e provvista di risorse idriche, nelle vicinanze della città di Esquel, a favore della popolazione locale.
  • Nel luglio 2006, il governo della provincia argentina del Chubut, al quale era stato offerto 7.500 ettari di terra di buona qualità da destinare alla popolazione autoctona, ha rifiutato la proposta, adducendo la scusa di una presunta scarsa produttività dell’appezzamento. In verità la terra offerta è ricca di acqua, avendo oltre 10 chilometri di riva lungo il fiume Chubut, e ben si presterebbe ad un utilizzo intensivo, anche per la coltivazione di frutta e verdura, oltre che per l’allevamento.
  • Il rifiuto del governatore del Chubut rappresenta una pesante battuta d’arresto nel processo di dialogo nello storico contenzioso tra il popolo Mapuche e lo stato argentino, in cui il Gruppo Benetton è stato involontariamente coinvolto, ma a cui aveva scelto di dare il proprio contributo, oggi purtroppo rifiutato.

Nel 1991 Edizione Holding ha acquisito la società Compañía de Tierras Sud Argentino S.A. da tre famiglie argentine, al fine di rilanciare questa società storica che, pur avendo oltre 100 anni di tradizione alle spalle, in quel momento si trovava in piena decadenza. Attualmente offre lavoro a più di 600 persone in una moderna azienda agricola dedicata soprattutto all’allevamento ovino.
 
Fin dalla sua creazione, Compañía de Tierras Sud Argentino S.A. ha reinvestito in Argentina risorse e capitali, scommettendo sullo sviluppo e sulla crescita del Paese. La società collabora con la comunità locale, rispondendo alle sue preoccupazioni e necessità nella ferma convinzione che, grazie a un impegno congiunto, sia possibile creare benessere e migliorare la qualità della vita. Seguendo questa linea, la società svolge con continuità azioni di sostegno sociale. (Per ulteriori informazioni: www.companiadetierras.com.ar).

 
 

Informazioni su Compañia de Tierras Sud Argentino

  • Nel 1991 Edizione Holding (appartenente alla famiglia Benetton) ha acquisito legalmente e legittimamente Compañia de Tierras Sud Argentino dai suoi precedenti proprietari privati.
  • Compañia de Tierras Sud Argentino offre lavoro direttamente a più di 130 famiglie, in quattro moderne “estancias” dedite principalmente all’agricoltura utilizzando tecniche all’avanguardia, e all'allevamento di ovini e bovini in un’ottica di ricerca e rispetto del benessere animale.
  • Sin dalla sua creazione, Compañía de Tierras Sud Argentino reinveste tutte le risorse generate in Argentina, contribuendo allo sviluppo e alla crescita del Paese e delle popolazioni locali.
  • La situazione dei Mapuche in Patagonia ha origini antiche, risalente ai tempi delle colonizzazioni, ben prima dell’acquisto da parte di Edizione Holding di Compañia de Tierras Sud Argentino e riguarda non solo i territori detenuti da quest’ultima, ma anche quelli di molti altri proprietari, sia privati che pubblici.
  • In merito alle occupazioni Mapuche, Compañia de Tierras Sud Argentino si è sempre limitata ad agire nel rispetto della legge, ricorrendo alla Giustizia, esclusivamente per richiedere il rispetto del proprio legittimo diritto di proprietà e non è implicata in nessuna altra vertenza giudiziaria.
  • La famiglia Benetton ha fornito un contributo concreto al tentativo di risoluzione del conflitto storico con le popolazioni indigene, offrendo in dono terre di buona qualità alle popolazioni indigene.

 

Contesto generale

Compañía de Tierras Sud Argentino (“CTSA” o “Società”) è una società argentina, originariamente fondata come The Argentine Southern Land Company Limited nel 1889. Da allora, ha gestito diverse tenute in Patagonia con un focus principale sull'attività agricola e di allevamento. Nel corso degli anni, la Società ha cambiato proprietà e capitale. Nel 1991 Edizione Holding (appartenente alla famiglia Benetton) ha acquisito legalmente e legittimamente CTSA – come confermato ufficialmente dalla Giustizia argentina – dai suoi precedenti proprietari privati, un gruppo di famiglie argentine. Nella prima fase, pur avendo alle spalle più di 100 anni di tradizione, l'azienda ha investito in maniera significativa per raggiungere la propria sostenibilità produttiva. Oggi le “estancias” dispongono di infrastrutture e professionisti di alto livello per svolgere le loro attività mantenendo una forte attenzione verso il contesto e l'ambiente.
 

Contributo all'economia locale

Attualmente, nella zona delle Estancias de Cordillera, l'azienda offre lavoro direttamente a più di 130 famiglie, in una moderna struttura agricola dedita principalmente all'allevamento di ovini e bovini. Dalla sua creazione, Compañía de Tierras Sud Argentino S.A. reinveste risorse e capitali in Argentina, scommettendo sullo sviluppo e sulla crescita del Paese. In questo senso, l'impatto diretto sull'economia regionale, nella sua area di influenza, incide in maniera positiva sui dipendenti dell'azienda (prevalentemente di origine Mapuche), professionisti, piccole e medie imprese locali, scienziati di varie università e centri di ricerca, organizzazioni della società civile e, ovviamente, enti nazionali, provinciali e comunali, attraverso il contributo fiscale. CTSA collabora anche con la comunità locale, rispondendo alle sue problematiche ed esigenze con la ferma convinzione che, grazie ad uno sforzo congiunto, sia possibile creare benessere e migliorare la qualità della vita.
 

Legalità della proprietà

Nel corso dei primi 110 anni di storia della Società, nessun tipo di reclamo è stato registrato da parte di gruppi Mapuche in merito alla proprietà di queste terre. La prima rivendicazione si è verificata nel 2002, con

l'occupazione illegale del presidio di Santa Rosa da parte della famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir di origine mapuche. CTSA si è sempre limitata ad agire nel rispetto della legge, ricorrendo alla Giustizia, per far valere il proprio legittimo diritto di proprietà. Questa causa, portata in giudizio, ha consentito la convalida di tutti i titoli, chiarendo ogni dubbio sulla legalità dell'acquisizione, nonché i titoli di proprietà che sono stati valutati da tutte le parti coinvolte.
 

Occupazione della proprietà Santa Rosa - Caso Curiñanco-Nahuelquir

Tra il 24 e il 25 agosto 2002, la famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir di origine Mapuche si è stabilita illegalmente all'interno di un territorio denominato Santa Rosa, appartenente a Compañía de Tierras Sud Argentino, dove è rimasta per 38 giorni. Questo fatto ha portato alla relativa denuncia da parte della Società dinanzi ai tribunali. Dopo aver presentato i titoli di proprietà e tutte le prove richieste, il giudice incaricato del caso ha ordinato, con provvedimento cautelare, la restituzione provvisoria della zona a Compañía de Tierras Sud Argentino, decisione che non è mai stata impugnata dalla famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir.
 
A seguito del corrispondente corso legale, il 31 maggio 2004, attraverso un processo orale e pubblico che si è svolto nella città di Esquel, il giudice ha definito la rivendicazione civile avanzata dalla Società, rilevando che non c'erano dubbi circa la proprietà del terreno e ha disposto la restituzione totale del territorio in questione.
 
Durante il processo giudiziario, CTSA ha presentato ai tribunali tutte le prove necessarie inclusi i titoli di proprietà delle terre da oltre 100 anni, fatto certificato da atti e successivamente confermato attraverso perizie effettuate dai periti presentate sia dalla Società che dalla famiglia Curiñanco. Queste perizie confermano inequivocabilmente la proprietà delle terre a favore della Compañía de Tierras Sud Argentino. Allo stesso modo nel fascicolo ci sono documenti che dimostrano come l'IAC (Istituto Autárquico de Colonización) sia stato consultato dalla famiglia Curiñanco in diverse occasioni riguardo alla titolarità della proprietà Santa Rosa (la prima consultazione risale al 15 febbraio 2002) e in tutti i casi l'organismo ha risposto che le terre che volevano occupare erano appartenenti a Compañía de Tierras Sud Argentino.
 
Il 14 febbraio 2007, un gruppo di persone membri delle comunità Mapuche e della famiglia Curiñanco-Nahuelquir e altri militanti indigeni si sono insediati ancora una volta in un’area della proprietà di Santa Rosa. Di fronte a questa situazione, la Società ha espresso il suo stupore poiché le terre nuovamente occupate dall'Organizzazione Mapuche 11 de Octubre fanno parte della proprietà di Santa Rosa sulla cui proprietà la Giustizia si era già espressa a favore di Compañía de Tierras Sud Argentino, dopo un processo pubblico tenutosi nel 2004, a cui la famiglia Mapuche non ha mai presentato ricorso. Anche stavolta come nel 2004, la Società ha deferito il caso a procedimenti strettamente giudiziari poichè, come nella precedente occasione, confida nella legittimità dei propri titoli e nella giustizia.
 
A seguito del corrispondente procedimento legale, la Società ha inoltrato ai tribunali tutte le prove che erano già state riconosciute durante il precedente processo e che non lasciano dubbi sulla proprietà dei terreni in questione. In data 21 febbraio 2011 il Tribunale Civile ha accolto l'istanza ordinando la restituzione del territorio alla Società.
 
Attualmente, essendo stati archiviati i casi, la giustizia ha evitato di pronunciarsi in merito perché è in vigore la Legge 26.160 (prorogata dalla Legge 26.554 che stabilisce l'emergenza in materia di possesso e proprietà delle terre in conflitto su tutto il territorio argentino.) In base a tale legge sono sospesi gli sgomberi, motivo per cui i tribunali sono stati esonerati dall'avanzamento dei lavori. La scadenza del presente regolamento era prevista per la fine del 2017, pertanto la Società mantiene la sua posizione per continuare a sostenere le sue richieste attraverso le vie istituzionali pertinenti.
 

Contributo concreto della famiglia Benetton alla risoluzione del caso

L'8 novembre 2004, in occasione del Vertice dei Premi Nobel a Roma, Luciano Benetton ha annunciato in una lettera ad Adolfo Pérez Esquivel che avrebbe messo a sua disposizione un'unità produttiva di terra della Patagonia di 2.500 ettari di buona qualità, situata nel dintorni della città di Esquel, in modo che "come garante di riconosciuta integrità e profonda conoscenza della situazione in Patagonia, possa usarla nel modo che ritiene più conveniente", a beneficio delle popolazioni indigene locali. Questo rappresentava per l'azienda un contributo concreto, oltre che simbolico, alla soluzione del conflitto storico delle popolazioni indigene.
 
Con questo gesto, Luciano Benetton, in pieno accordo con i vertici della Compagnia de Tierras Sud Argentino, ha risposto alla richiesta di Pérez Esquivel che, in una lettera inviata nel luglio 2004 nonché in una successiva riunione nel settembre dello stesso anno, aveva ha chiesto un intervento a favore delle popolazioni indigene della Patagonia.
 
A causa del rifiuto del Premio Nobel per la Pace di fungere da garante di tale consegna, nel corso della riunione è emersa la possibilità di perseguire tale obiettivo tramite lo Stato provinciale.
 
In questo quadro, e andando avanti con la proposta avanzata da Luciano Benetton di donare un appezzamento di terreno produttivo come contributo concreto e simbolico a beneficio della comunità Mapuche della Patagonia, nel luglio 2005, Compañía de Tierras Sud Argentino ha acquisito un’area di 7.500 ettari, sulle rive del fiume Chubut, a 50 km dalla città di Gualjaina, provincia di Chubut.
 
L’area, che gode di titoli perfetti, è stata acquistata dalla Società per donarla al governo della provincia di Chubut in modo che si potesse sviluppare un'impresa produttiva a vantaggio delle famiglie indigene della zona. Purtroppo anche questo tentativo di soluzione non ha avuto successo, a causa dell’utilizzo di un diverso approccio rispetto a quanto ipotizzato quando si era deciso di comprare quell’area, che era stata acquisita esclusivamente per essere donata.
 

Occupazione della proprietà Vuelta del Río - Caso Resistenza Ancestrale Mapuche

La proprietà Vuelta del Río appartiene a Estancia Leleque, di proprietà di Compañía de Tierras. Nel marzo 2015 la proprietà è stata occupata da un gruppo di sconosciuti, incappucciati, con atteggiamento di manifesta violenza. Nel sito, le persone incappucciate hanno esposto bandiere sopra le recinzioni, con slogan intimidatori quali "Fuori Benetton" a firma "Resistenza Mapuche" e attribuiti al gruppo identificato come "Resistenza Mapuche" o "Resistenza Ancestrale Mapuche" e "Movimento Mapuche Autonomo di Puel Mapu”. Questi gruppi hanno una seria storia di violenza e disconoscimento dello Stato, sia in Argentina che in Cile. Il leader di questo movimento e dell'occupazione era Facundo Jones Huala, attualmente detenuto in Cile, dopo essere stato estradato in quel paese.
 
Seguendo la propria linea di condotta, la Società ha presentato alle autorità competenti tutte le denunce del caso. A differenza degli avvenimenti precedenti, la Resistenza Ancestrale Mapuche si caratterizza per il suo alto livello di violenza, non solo contro il personale di CTSA, ma anche contro i residenti della zona e perfino contro le stesse autorità che hanno tentato di avvicinarsi al luogo. L'occupazione illegale è stata seguita da diversi atti di estrema violenza, come rapimenti e rapine a custodi e alle loro famiglie, incendi dolosi, furto costante di bestiame, taglio di recinzioni e attacchi con pietre, bombe molotov e altre armi artigianali contro i collaboratori dell’azienda. In tutti i casi, gli eventi sono stati segnalati e documentati alle autorità.
 
Nel maggio 2016, dopo oltre un anno di occupazione, è stata effettuata la prima incursione nella proprietà. Durante questo periodo, 8 persone sono state arrestate, tra cui Facundo Jones Huala, un latitante dal sistema giudiziario cileno con un mandato di cattura internazionale. Furono sequestrate armi, chiodi, pelli di animali marchiate CTSA e documentazione di tattiche militari. Dopo un'udienza di controllo della detenzione, la giustizia ha ordinato il rilascio di tutti i detenuti, ad eccezione di Facundo Jones Huala. Con un evento senza precedenti che incide chiaramente sulla sicurezza giuridica, ha autorizzato i detenuti a stabilire
 
un domicilio nel campo usurpato. Dopo aver proceduto in modo irregolare nelle indagini sul caso, una sentenza del 2018 ha rilasciato tutti i detenuti. Nella sua sentenza, il giudice Estefanía riconosce come illegali gli atti che si sono verificati, ma sostiene vizi procedurali e mette in discussione molto duramente le azioni della giustizia stessa e dei pubblici ministeri nelle indagini sul caso. In altre parole, i fatti sono considerati provati, ma la situazione non può essere risolta a causa dell’imperizia delle autorità.
 
Ad oggi, mentre Compañía de Tierras continua a fare appello alle autorità competenti per segnalare tutti gli eventi accaduti, che incidono sia sulla sua attività che sulla sicurezza e integrità fisica dei suoi lavoratori, i tribunali non hanno dato alcuna risposta e, nella maggioranza dei casi, si sono manifestamente rifiutati di avviare le indagini. Nel frattempo, i gruppi violenti rimangono illegalmente nella proprietà di Vuelta del Río e continuano a intimidire dipendenti, autorità e qualsiasi cittadino si avvicini alla zona. Il furto di bestiame è cresciuto in modo esponenziale, a livelli senza precedenti, ed è stato possibile verificare che gli animali vengono macellati e, in alcuni casi, trasferiti, presumibilmente per la commercializzazione. A loro volta i lavoratori reclamano all'azienda la propria incolumità e quella dei propri familiari, visto il rifiuto dello Stato provinciale di fornire garanzie di base nell'area sequestrata.
 

Occupazione della proprietà El Platero

Il 25 dicembre 2019, di notte, un gruppo di persone non identificate ha sfondato le porte ed è entrato illegalmente in una zona situata ne "El Platero", appartenente all'Estancia El Maitén, di proprietà della Compañía de Tierras Sud Argentino, che si trova a circa a un centinaio di metri dalla Strada Provinciale n ° 4.
 
Dopo aver depositato il relativo verbale di polizia, nella mattina di giovedì 26 dicembre, i funzionari dell'azienda accompagnati da agenti di polizia, si sono avvicinati al luogo dei fatti dove hanno trovato un percorso ostruito da bastoni e tronchi di legna, e gli effetti personali del custode dell’area del campo che risiede abitualmente lì, sparsi ovunque. Inoltre, le porte sono state forzate, i cancelli d'ingresso aperti e imbrattati con iscrizioni in spray rosso, tra cui, i segni caratteristici del Popolo Mapuche, la scritta "LOF CURACHE" e altri riferimenti violenti contro CTSA.
 
In quel momento, e come descritto nella denuncia penale presentata alla stazione di polizia del distretto di El Maitén, diverse persone si sono avvicinate, la maggior parte con la faccia coperta e armati di coltelli sostenendo di essere entrate per prendere possesso delle terre perché di dominio ancestrale.
 
Vale la pena ricordare che il custode dell’area del campo che ci lavora era in vacanza, situazione che ha favorito gli atti di violenza. Per fortuna, in questa occasione, non dobbiamo riferire danni a persone, come accaduto in precedenza.
 
Come sempre, la Società continua a denunciare e a rimettere alle autorità tutte le notizie del caso, sperando che venga tutelato il suo legittimo diritto di proprietà. Purtroppo, come in passato, la giustizia provinciale e la procura ritardano le misure procedurali di base, dimostrando di complicare le azioni della giustizia stessa. Certamente preoccupante è la mancanza di sicurezza giuridica, che incide sui piani della Società in termini di investimenti e di creazione di posti di lavoro.
 

Altri casi in zona

Negli ultimi anni si sono verificati numerosi casi di occupazioni illegali nell'area, che hanno interessato individui, oltre che territori appartenenti a Parchi Nazionali.
 
La situazione non riguarda solo le grandi aziende agricole, ma anche i piccoli e medi produttori della zona, come la Costa del Lepá.
 
 

 

20 Dicembre 2010 - Ultimo Aggiornamento 21 Aprile 2021