I rischi e gli impatti legati alla gestione della catena di fornitura impongono di ripensare il modello di produzione globale, con una forte spinta verso l’integrazione verticale, l’avvicinamento delle fonti produttive e la produzione a piccoli lotti, il tutto reso possibile dalla digitalizzazione. Affrontare eventuali interruzioni della catena di fornitura è un tema centrale nell’agenda dei CEO: l’aumento dei prezzi delle materie prime causato dall’inflazione, la crisi energetica, i blocchi della logistica, la produzione frammentata e delocalizzata pongono dei rischi crescenti alla continuità delle attività produttive e rendono necessario un cambio di paradigma nella gestione della relazione con i fornitori. Il rafforzamento dei rapporti di business con i propri partner strategici, in particolare, consente ai brand di mitigare i rischi, di aumentare il grado di controllo sulla catena di fornitura e di investire in progetti di innovazione e sostenibilità.

Nearshoring

Dal punto di vista della gestione della supply chain, la strategia di Benetton Group si sta orientando in un’ottica di “nearshoring”, con l’obiettivo di limitare i chilometri di distanza rispetto al mercato di riferimento, producendo meno e meglio, in modo da soddisfare puntualmente le esigenze del consumatore finale. L’avvicinamento delle fonti produttive consente, infatti, di ridurre il lead time, aumentare il controllo sulla catena di fornitura e rendere più efficiente la logistica. Questo è un primo passo per contenere la sovrapproduzione, la più grande sfida per un brand che si propone di agire in modo responsabile. Con molte pratiche rimaste invariate da diversi anni l’attuale modello di business non è né reattivo né sostenibile dal punto di vista economico e ambientale: la crescente volatilità della domanda richiede infatti il passaggio da un sistema produttivo make-to-stock a un modello retail puro, obiettivo dell’azienda nei prossimi anni. Oltre alla revisione del modello di business, Benetton Group intende rafforzare il percorso di sostenibilità intrapreso dalle piattaforme produttive in Tunisia, Serbia e Croazia, attraverso interventi di efficientamento energetico e la transizione verso energie rinnovabili.